L’abito fa il monaco? The Stanford Prison Experiment
Il 17 luglio uscirà nelle sale statunitensi il film “The Stanford Prison Experiment” tratto da un famoso e molto discusso esperimento di psicologia sociale ideato e messo in pratica dal professor Philip Zimbardo dell’Università di Stanford negli States.
Il film è del regista statutinense Kyle Patrick Alvarez, ed è già stata presentata all’ultima edizione del Sundance Film Festival, probabilmente il più famoso festival del cinema indipendente. Lo sceneggiatore è Tim Talbott, uno degli autori di South Park. Il trailer è disponibile online da qualche mese, il link è qui sotto.
Una delle domande che spinsero gli scienziati a creare questo esperimento fu:
“Come si comportano gli individui quando viene chiesto loro di assumere il ruolo di dominatori e di sottomessi?”
Psicologia Sociale
Le selezioni per partecipare all’esperimento furono fatte tra dei volontari tra gli studenti universitare. Gli studenti scelti, 24 su 75 che si erano offerti, vennero quindi arrestati e condotti in carcere come dei veri detenuti, spogliati e perquisiti da altri loro colleghi ai quali era stato invece assegnato il ruolo di secondini. A quest’ultimi era stata data piena libertà di comportamento, ovviamente senza ledere l’integrità fisica dei detenuti. Il compito delle guardie era di mantenere l’ordine nel carcere. Inizialmente i secondini si sentirono a disagio a rivestire il loro ruolo, ma presto entrarono nella parte vessando e maltrattando i detenuti. A loro volta i carcerati organizzarono delle rivolte e progettarono la fuga. L’esperimento fu interrotto dopo 6 giorni a causa della situazione drastica che si creò. I partecipanti avevano sposato in pieno la loro parte.
Una delle maggiori critiche rivolte alla modalità con cui era stato messo in atto l’esperimento fu che il Zimbardo guidò le guardie nei discorsi da tenere ai carcerati e dette loro istruzioni su come comportarsi. Anni dopo nel libro “Effetto lucifero” lo stesso psicologo dichiarò: “Solo poche persone sono in grado di resistere alle tentazioni fornite dal potere e dal dominio su altri soggetti. Io stesso scoprii di non far parte di questa ristretta schiera,”
riferendosi al fatto che egli stesso si era “lasciato andare” nel guidare il comportamento delle guardie.
“Solo poche persone sono in grado di resistere alle tentazioni fornite dal potere e dal dominio su altri soggetti. Io stesso scoprii di non far parte di questa ristretta schiera”.
Al contrario di quanto avvenne nella prigione di Stanford, i partecipanti di un altro esperimento “the BBC prison study” non si adattarono mai ai loro ruoli. I secondini si sentirono a disagio nella parte dei dominatori, i detenuti si ribellarono e alcune guardie si allearono con i prigionieri. A questo punto la situazione divenne critica e i ricercatori annullarono l’esperimento. Gli studiosi conclusero che se si crea un gruppo in modo spontaneo con una leadership allora è possibile che si venga a instaurare una situazione di tirrania, diversamente da quanto sostenne Zimbardo che il ruolo fa il cattivo.Gli studenti di psicologia rimangono sempre molto colpiti quando nel corso dei loro studi si imbattono in questo esperimento di psicologia sociale.
La questione rimane aperta, chiunque si fosse trovato in quella situazione avrebbe sposato il ruolo di dominatori così come fecero i secondini della prigione di Stanford? E soprattutto, la crudeltà è intrinseca in certe dinamiche?