Per me la paura è come un’allergia

Con queste efficaci parole anni fa una paziente descrisse cosa rappresentava per lei la paura. Dovette rinunciare alla carriera che l’avrebbe costretta a viaggiare a causa della sua fobia per gli aerei. A differenza di quanto credevano amici e parenti, non fu assalita dal senso di colpa per aver declinato l’offerta lavorativa. Quella paura era qualcosa che le era capitata, se l’era presa “come si prende il raffreddore o un’allergia”.
Anzitutto va sottolineato che le paure non vanno né demonizzate né temute. Al contrario conviene avere un orecchio alzato verso esse perché rappresentano un meccanismo di allarme di vitale importanza di fronte ai pericoli. Tuttavia se da un lato bisogna porvi ascolto, dall’altro non dobbiamo farci soggiogare da esse. Immaginiamo il meccanismo della paura come un’automobile che ad un certo punto si guasta, sfugge al nostro controllo: la paura diventa così intensa da poter sfociare nella fobia. Se è vero che la paura è qualcosa che capita così come un’influenza o un’allergia, invece di evitarla, la si può affrontare e conoscerla meglio per poter comportarsi in modo efficace quando ci troviamo di fronte ad essa.

Come si distingue una paura normale da una patologica?
Il primo tipo fa accendere la sirena interna del pericolo che suona, però, in modo calibrato: il nostro corpo ha avvistato una possibile minaccia e si mette in allerta. L’allarme scatta solo in presenza di un vero pericolo e l‘intensità con cui suona la sirena è proporzionale alla minaccia: suonerà più forte se mi troverò faccia a faccia con un leone, piuttosto che se lo intravedrò dalle sbarre di una gabbia allo zoo. La sirena della paura normale si quieta appena mi sono allontano dal pericolo o quando mi rendo conto che non vi è alcuna minaccia, l’esempio classico di quanto sentiamo dei forti rumori e al momento sobbalziamo per poi capire che si è chiusa semplicemente una porta! Il sistema della paura è un meccanismo che funziona per la salvaguardia della specie, provare paura ci mette sul chi va là e prepara il corpo all’azione (per allontanarci dal pericolo).
Diversamente dalla paura normale quella patologica corrisponde ad una sirena difettosa, che si mette in moto troppo spesso e in presenza di soglie di pericolo troppo basse. Immaginatevi l’allarme anti furto delle autovetture: esso scatta quando qualche mal intenzionato cerca di scassinarla, ma la maggior parte delle volte basta un po’ di vento, un rumore brusco che l’allarme si azioni.
Se sistema della paura è difettoso funziona in modalità “tutto o niente”: la paura non viene regolata e presto diventa panico puro. Le persone che soffrono di ansia vivono in uno stato di tensione continuo e quando la sirena difettosa della paura si accende, essi sperimentano la paura della paura: cioè il timore che quella paura si possa trasformare in panico e che possa tornare all’improvviso. La loro testa è sempre a lavoro, piena di pensieri riguardanti possibili pericoli. Tali pensieri possono diventare così ingombranti da preferire di evitare luoghi o comportamenti pur di non provare quella sensazione fastidiosa.

Prima di demonizzare il timore che provate chiedetevi se il vostro sistema della paura funziona bene o se è difettoso: nel primo caso tenetevelo caro perché vi serve per sopravvivere, nel secondo state tranquilli, si può aggiustare!

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