Superare l’ansia con la terapia cognitiva basata sulla Mindfulness
Non esiste in italiano un corrispettivo letterale della parola Mindfulness. Essa deriva dalla traduzione inglese del termine “Sati” in lingua Pali, che vuol dire attenzione consapevole.
Possiamo definire questo tipo di consapevolezza come “il processo di prestare attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” Jon Kabat-Zinn,(1994).
La Mindfulness è un atteggiamento mentale, un modo di vivere che consente di prestare attenzione al momento attuale, evitando che i pensieri ci portino a spasso per la mente, rimuginando sul passato, giudicando il presente e sperimentando l’ansia per ciò che accadrà nel futuro.
Il focus dell’attenzione è diretto a ciò che accade nel nostro corpo e intorno a noi, attimo dopo attimo semplicemente vivendo l’esperienza per come è. Questo tipo di consapevolezza attiva emerge grazie alla pratica meditativa, durante la quale la persona è invitata a notare quando il pensiero divaga e si allontana dal momento presente per poi riportare delicatamente e senza giudizio l’attenzione sul qui ed ora.
La Mindfulness consente di sviluppare una maggiore capacità di controllo, utile nel ridurre lo stress e l’ansia, permette di non saltare da un pensiero all’altro e di fermare il rimuginio mentale.
Le persone che praticano la Mindfulness sono più concentrate, anche quando non stanno meditando, hanno maggiore autocontrollo e dichiarano di provare un maggiore benessere psicofisico.
I benefici della Mindfulness non si fermano solo al sentirsi meglio. Alcuni ricercatori del University of British Columbia spiegano che la pratica della consapevolezza modifica fisicamente otto aree del nostro cervello, in particolare due tra queste sono molto sensibili alla meditazione. (L’articolo orignale lo trovate qui).
Le regioni celebrali in questione sono: la Corteccia cingolata anteriore (ACC) responsabile dell’auto-controllo, della capacità di mettere a fuoco, di fermare l’impulsività, di non cedere alle distrazioni.
l’Ippocampo, area del cervello sensibile allo stress e responsabile della capacità di essere resilienti di fronte a a difficoltà della vita.
La bella notizia è che non solo la pratica della consapevolezza potenzia le abilità cognitive di cui sono responsabili queste regioni, ma aumenta anche la densità della materia celebrale in queste zone.
Ansia e la terapia cognitiva basata sulla Mindfulness (MBCT)
La terapia cognitiva basata sulla Mindfulness (MBCT) fu messa appunto da V.Segal, Mark G.Williams e John D. Teasdale per prevenire le ricadute depressive. Dopo il suo successo terapeutico è stata poi applicata a moltissimi altri disturbi psicologici come lo stress e l’ansia.
Questo tipo di terapia nasce dal connubio tra il metodo proprio della terapia cognitiva comportamentale e le tecniche di meditazione e di allenamento alla consapevolezza attiva proprie della Mindfulness.
Durante i colloqui il paziente insieme al terapeuta lavora sulla rottura del circolo vizioso dei pensieri che mantengono viva l’ansia e che l’alimentano.
Possiamo definire l’ansia come un’emozione incarnata in quanto si manifesta con segnali corporei come: tachicardia, affanno, palpitazioni, mancanza d’aria, tremori, dolore al petto. Questi sintomi vengono vissuti dalla persona come segnali di allarme; come se “qualcosa di terribile sia imminente!”. Ad esempio nel momento acuto di un attacco di panico, quando l’ansia è alle stelle, la persona ha la sensazione di stare per avere un infarto o di stare per impazzire. Dopo un evento del genere il soggetto cercherà di evitare tutte le situazioni e i comportamenti che possono generare tale sintomatologia.
La terapia cognitiva basata sulla Mindfulness porta la persona, invece che a “scappare” dall’ansia, ad entrare in contatto con essa e i suoi sintomi, familiarizzando con i pensieri che generano lo stato ansioso e con i segnali di allarme del corpo. Durante la psicoterapia il paziente acquisisce la capacità di vivere i pensieri e le proprie emozioni per quello che sono. Questa presa di consapevolezza rispetto all’”esperienza ansia” permette di spezzare il circolo vizioso, portando di conseguenza ad una riduzione dell’ansia stessa.
La pratica della Mindfulness invece di cercare di eliminare il disagio, aiuta ad allenare la capacità di affrontarlo, restituendo alla persona la sensazione di controllo sulla propria vita.
Bibliografia:
Kabat-Zinn J (1994). Wherever you go, there you are: mindfulness meditation in every day life. Hyperion, New York. Tr. it. Dovunque tu vada ci sei già. Una guida alla meditazione. Tea pratica, Milano 1997.
Segal V, Williams M. G. e Teasdale J. D. Mindfulness-Based Cognitive Therapy for Depression, Second Edition Paperback, 2012.