Le emozioni negative raccontate ai bambini nel libro “Un mare di tristezza”
Quanti sono i colori e le forme della tristezza?
Foto dal libro “Un mare di tristezza”
Il piccolo pesciolino blu “triste e sconsolato” lo scopre facendo una nuotata in fondo al mare sperando di stare meglio. Durante la sua passeggiata marina il protagonista incontra tantissimi pesci che erano, ognuno a modo proprio, giù di morale come lui.
Ma gli altri abitanti del mare non erano esattamente “tristi e sconsolati”: il rombo era “mogio”, mentre la medusa era “giù di corda”, per non parlare del pesce palla “inspiegabilmente abbattuto”. Addirittura il nasello era “senza speranza”! La mia preferita è la triglia che quel giorno era “abbacchiata”.
La narrazione è strutturata in modo da dedicare ad ogni incontro una pagina per dare valore all’umore dei diversi pesci.
Le sfumature della tristezza sono molteplici perché diversi sono i modi di viverla a seconda che sei un calamaro o un pesce palla. Del resto un giorno un bimbo si può sentire più una grigia sogliola “afflitta” che una medusa viola “giù di corda”.
Ma la tristezza, si sa, non può durare a lungo e sarà la tartaruga a mostrare al pesciolino come rovesciare la situazione.
Sul finale al piccolo lettore è richiesto di assumere un ruolo decisivo: capovolgere il libro per accompagnare il pesciolino blu in quello che, nella nuova prospettiva, non è più un mare di tristezza.
Lo stile è pulito e semplice tipico dell’edizione Minibombo che fin ora non mi ha mai deluso.
La tristezza così raccontata è un’emozione complessa, così come lo sono le sue molteplici facce, ma anche delicata e sopratutto colorata.
Questo articolo è stato scritto per DireFareAggregare.
Libro: Un mare di tristezza di Anna Iudica, Chiara Vignocchi, Silvia Borando, ed. Minibombo.
Età consigliata: dai 3 anni.