Inside out, stati cognitivi al cinema

Cosa c’è dentro la nostra testa? Inside out porta sul grande schermo alcuni processi psicologici che guidano il nostro comportamento e contribuiscono a disegnare la nostra personalità, ciò che ci rende unici.
Chi ha visto il film si sarà chiesto “La mia mente funziona così?” Ovviamente da un punto di vista psicologico le cose sono più complesse.
In Inside out fanno da protagoniste 5 delle 7 emozioni di base (gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, mancano all’appello sorpresa e disprezzo) tra le quali Gioia prima e Tristezza dopo hanno un ruolo fondamentale.
I personaggi emozioni sono ben caratterizzati e e ognuno di loro rappresenta in modo semplice, ma dettagliato lo stato emotivo di cui porta il nome.
Per la realizzazione di Inside out è stato consultato lo psicologo Paul Ekman, i cui studi pionieristici sulle emozioni di base e sull’espressione delle stesse hanno ispirato alcuni prodotti televisivi come “Lite to me”.

Psicologia: emozioni, pensieri e comportamento
Gli stati cognitivi, emozioni e pensieri, sono strettamente legati al comportamento, anche se la maggior parte delle volte non ne siamo consapevoli.
Se sono di buon umore non darò molta importanza alla commessa che si rivolge a me con un tono scortese, al contrario se sarò in ansia difficilmente riuscirò a prendere una decisione importante perché mi sentirò nel panico.
Le emozioni così come i pensieri guidano le nostre azioni. Questo è ciò che accade in Inside out a Riley, la protagonista di 11 anni.
Allo stesso tempo, però, i nostri comportamenti possono modificare sia gli stati d’animo che i pensieri. Quando sono preoccupato e credo che “non riuscirò a finire il lavoro per la data stabilita” posso prendermi una pausa e andare a mangiare un gelato. Questa scelta comportamentale gioverà anche al mio stato d’animo che sarà accompagnato da pensieri più positivi rispetto alla scadenza lavorativa.

Consapevolezza in psicoterapia
Non siamo coscienti di tutto ciò che ci passa per la mente perché il nostro cervello è una macchina che lavora in economia. Tuttavia volgendo l’attenzione dentro la nostra testa potremmo riuscire a riconoscere il rumore del “Treno dei pensieri”, lo stesso treno sul quale saltano Gioia e Tristezza per raggiungere la centrale operativa.
L’idea dei pensieri legati l’uno all’altro come vagoni di una locomotiva è molto di più di un’immagine evocativa, perché è ciò che esattamente accade da un punto di vista psicologico in ognuno di noi quando, per esempio, un pensiero negativo è calamita per altri pensieri simili dello stesso segno che si legano l’uno all’altro trascinandoci in un vortice di preoccupazioni.
Emozioni, pensieri e comportamento sono strettamente legati tra loro: modificatene uno e cambieranno anche gli altri due.
La psicoterapia per il trattamento di alcuni disturbi come ansia e depressione ha come obiettivo proprio quello di aumentare la consapevolezza verso i propri vissuti e imparare a fermare, prima che parta, il treno dei pensieri, spezzando proprio quel circolo vizioso dei pensieri negativi.

Benvenuta Tristezza
Tristezza nel film acquisisce sempre più valore intanto che la trama si arricchisce di dettagli e si fa più complicata: Riley cresce e impara a tollerare quello stato d’animo. Tristezza le permetterà di riavvicinarsi emotivamente alla sua famiglia e esprimere il suo disagio. Un bell’elogio e legittimazione a questa emozione, la cui espressione viene tanto spesso negata.
Ma per poter accettare e tollerare i sentimenti negativi verrà in aiuto di Riley Bing Bong, l’amico immaginario, quel simpatico personaggio fatto di zucchero filato che si aggirava solitario per la memoria.
Bing Bong deciderà di rimanere confinato nell’oblio della memoria lasciando che Riley possa accogliere nella sua vita anche Tristezza.
Questo momento segna una crescita evolutiva nella ragazzina. Un compito a cui ognuno di noi è chiamato a compiere nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta.
Le emozioni tra loro possono convivere, anche se sono discordanti perché il loro mescolarsi, talvolta fondersi e confondersi, ci permette di essere individui complessi e di rendere ogni vissuto unico perché colorato con la tavolozza delle emozioni del momento.

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