Madrescenza. Il viaggio della donna attraverso la maternità

Negli anni 70 l’antropologa Dana Raphael coniò il termine matrescence (madrescenza) per specificare il cambiamento nella donna durante la maternità. Il termine evoca volutamente l’adolescenza, il passaggio evolutivo che traghetta gli esseri umani dalla fanciullezza all’età adulta. Vediamo gli adolescenti come un concentrato di cambiamenti ormonali, corporei ed emotivi ma non abbiamo un’immagine simile di ciò che accade a una donna quando diventa madre o almeno, come fa notare la psichiatra Sacks, un’idea che sia realistica. Di solito pensiamo alla maternità in modo dicotomico: come felicità estrema o l’associamo alla depressione post partum. Tra questi due poli abitano le esperienze di milioni di donne che difficilmente riescono a descrivere cosa provano, sentono e vivono durante questo importante passaggio. Posso provare un misto di appagamento e di smarrimento, felicità e nostalgia per la mia vecchia vita? Alle donne manca un linguaggio collettivo nel quale riconoscersi.

La madrescenza è un percorso che inizia con il primo bimbo, ma che muta e si evolve all’arrivo di altri bambini e prosegue durante tutta la vita di una madre con i suoi figli. Le donne li conducono alle porte dell’adultità per poi vivere l’esperienza del nido vuoto. Ci sono madri di bambini ormai cresciuti che continuano a rispondere alle stesse domande dei loro figli. La studiosa Sacks, raccogliendo i vissuti di migliaia di neo mamme, ha elencato alcuni aspetti universali della narrativa psicologica sulla maternità come:

Ambivalenza: la maggior parte delle volte l’esperienza della maternità è caratterizzata da aspetti positivi e negativi, ciò sottolinea la complessità dei vissuti del divenire mamma. Senso di Colpa: c’è una madre ideale nella mente di ogni donna e il pretendere di essere perfetta la fa sentire in colpa.

Intergenerazionalità: tutta la maternità è intergenerazionale. Lo stile materno è influenzato da come la neomamma è stata allevata da sua madre e da come quest’ultima è stata cresciuta a sua volta.

La maternità è un’avventura appassionante senza ritorno, nella quale si susseguono attimi di vita di pieno appagamento a momenti di profondo sconforto e solitudine o come dice la giornalista Zimmerman: “E’ un viaggio in cui si va verso qualcosa di più grande della somma dei visi che puliamo o delle ninne nanne che cantiamo”.

Il termine madrescenza restituisce valore ai sentimenti complessi e ambivalenti delle madri permettendo loro di essere non felicemente perfette ma come direbbe lo psicoanalista Winnicott “sufficientemente buone”.

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